(a cura dell'Ufficio Stampa dell'Università di Parma)
Nato a Parma il 16 marzo 1941, figlio del poeta Attilio Bertolucci e di Ninetta Giovanardi, cresciuto con il fratello Giuseppe (regista cinematografico e teatrale scomparso nel 2012), Bernardo Bertolucci gira i suoi primi cortometraggi in 16 mm appena quindicenne: La teleferica e La morte del maiale i suoi primi lavori.
Trasferitosi con la famiglia a Roma, lascia gli studi (Lettere all'Università La Sapienza) e una promettente vena letteraria (con il libro in versi In cerca del mistero vince il Premio Viareggio Opera Prima) per il cinema: nel 1962 è assistente alla regia di Pier Paolo Pasolini (amico di famiglia e vicino di casa a Roma) in Accattone, e l'anno successivo debutta dietro la macchina da presa con La commare secca, su soggetto dello stesso Pasolini. Nel 1964 gira il secondo film da regista, Prima della rivoluzione, presentato al Festival del cinema di Cannes. Dopo alcuni progetti non realizzati, accetta l'offerta dell'ENI e gira quello che rimane il suo unico documentario, La via del petrolio (1967), restaurato nel 2007. Seguono Partner (1968), un episodio di Amore e rabbia (1969) e Strategia del ragno (1970), da Borges, prima di arrivare a Il conformista (1970), da Moravia, grande successo di pubblico e di critica, candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura non originale.
Altra nomination all'Oscar, stavolta come regista, con Ultimo tango a Parigi (1972), dramma erotico di enorme successo (14 milioni di spettatori) che scatena scandali e censure (è ritirato dalle sale e mandato al rogo). Con Novecento, del 1976, Bertolucci disegna una grande epopea della cultura contadina e della lotta di classe, prima di chiudersi in film più "piccoli" e intimi come La luna (1979) e La tragedia di un uomo ridicolo (1981), che varrà a Ugo Tognazzi il premio come miglior attore al Festival di Cannes. Poi di nuovo un kolossal, L'ultimo imperatore (1987), 9 premi Oscar, a dare il via a un trittico di grandi produzioni internazionali composto anche da Il tè nel deserto (1990), da Bowles, storia dell'agonia di un amore, e da Piccolo Buddha (1993), viaggio sui generis nella spiritualità.
Dal 1996 Bertolucci torna a fare film in Italia con Io ballo da sola (1996) e L'assedio (1998), cui fa seguito The Dreamers (2003), personale rivisitazione del Maggio parigino, protagonisti tre giovani che "si scoprono", sullo sfondo della contestazione. E quasi dieci anni dopo, nel 2012, è la volta di Io e te, l'ultimo film di Bertolucci, tratto da un romanzo di Niccolò Ammaniti: ancora una storia di ragazzi, capace di raccontare con delicatezza e intensità rare la difficile ricerca di sé, la confusione e il dolore di due giovani.
Numerosissimi i premi vinti da Bernardo Bertolucci. Basti ricordare i 9 Oscar conquistati dall'Ultimo imperatore (che si è aggiudicato anche BAFTA, César, David di Donatello, Golden Globe, European Award e Nastri d'Argento), primo e unico film italiano a ricevere il premio per la miglior regia, e ad oggi unica pellicola nella storia di Hollywood a ricevere tutte le statuette per le quali era candidata.
A Bernardo Bertolucci sono stati assegnati il Pardo d'onore al Festival del film di Locarno nel 1997, il Leone d'oro alla carriera alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel 2007, la Palma d'oro alla carriera al Festival del cinema di Cannes nel 2011. Nel 2012 ha ricevuto il Premio alla carriera dell'European Film Academy.